Nella prima parte di questo viaggio attraverso le parti meno conosciute dell’approccio di Bruno Latour alle scienze sociali e alle tecnologie, ho trattato:
- l’intensa connessione tra gli oggetti della scienza e della società, dove – secondo Latour – sono i primi a spiegare i secondi (Società, società e sociologia) e
- Latour critica la sociologia interpretativa, l’empirismo storico, il riduzionismo e – sembra fin troppo ovvio – il positivismo, dichiarandosi “oggettivo”, “realista” e “relativista” allo stesso tempo.
Questa seconda parte del percorso è dedicata alla costruzione di Latour e al concetto di Aspettare
3. COSTRUZIONE
- Secondo Latour le espressioni “costruzionismo sociale” e “costruzione sociale dei fatti scientifici” sono state purtroppo un vero disastro. In effetti, il termine “sociale” (che, come abbiamo visto sopra, vuole abolire) si è prestato a molti malintesi e la parola “costruzione” ha suscitato ancora più confusione.
- Ammette: “ci siamo accorti, davanti ad altri colleghi di scienze sociali e naturali, che la parola ‘costruzione’ significava qualcosa di completamente diverso da quello che il senso comune aveva considerato fino ad allora. Dire che qualcosa era “costruito” significava, nella loro mente, che qualcosa non era vero.”
- Ma “nessuno scienziato di laboratorio si è mai confrontato con un oggetto ‘dato’ indipendentemente dal lavoro richiesto per renderlo visibile; allora perché agire come se l’alternativa tra ‘realismo’ e ‘occupazione’ fosse interessante?”.
- “Anche se per noi strutturalismo è sinonimo Di più realismo, siamo stati elogiati dai nostri colleghi come se avessimo finalmente dimostrato che “anche la scienza è una bugia”! (…) Indesiderato, il costruttivismo era diventato sinonimo del suo opposto: la decostruzione”.
- Latour ha sempre voluto evitare l’espressione ‘costruttivismo sociale’: “proprio come una repubblica socialista o islamica è l’opposto di una repubblica, aggiungere l’aggettivo ‘sociale’ a ‘costruttivismo’ ne distorce completamente il significato. In altre parole, lo ‘strutturalismo’ non dovrebbe essere confuso con il ‘possesso sociale’ che è l’opposto (…) ‘possesso sociale’ implica sostituire di ciò che questa realtà è fatta con alcuni qualcos’altrola società che essa costituirebbe ‘veramente’”.
4. GLI ATTACCANTI
- Secondo Latour bisogna dire addio all’idea dell’attore come oggetto in carne ed ossa. Infatti “occorre raccoglierne un gran numero agenzia in modo che un attore diventi un individuo.”
- Usando un parallelo (ma Latour non lo fa nel suo libro, ma che mi sembra in linea con il suo pensiero) potremmo dire che sebbene i genetisti confermino che ognuno di noi è unico grazie al nostro DNA, un sociologo potrebbe invece sostenere Quello. siamo tutti diversi perché nessuno ha avuto le stesse interazioni sociali.
- Potrebbe essere d’accordo William James, che secondo Latour ha “dimostrato brillantemente che moltiplicando le connessioni con l’esterno c’è qualche possibilità di comprendere come è composto il nostro interno. È necessario iscriversi a un gran numero di argomenti per diventare un argomento. Quindi nessuno sa quante persone lavorano contemporaneamente in un particolare individuo.”
- Inoltre Latour ammette che “usiamo il termine ‘non uomo’ in mancanza di un termine migliore; ma in realtà questa frase non ha senso perché dobbiamo elevare gli oggetti al rango di attori a pieno titolo».
- E infastidito, constata: “ANT non – ripeto, non stabilisce – alcuna assurda simmetria tra umani e non umani (…) ANT non è solo interessata a liberare gli attori umani dalla prigione del sociale, ma anche a offrire una possibilità per gli oggetti naturali di sfuggire allo stretto isolamento che il primo empirismo condanna questioni di fatto (cioè ciò che è considerato cose, condizioni o stati permanenti). Infatti, in accordo con l’antropologo francese Philippe Descola, insiste: “dobbiamo ricordarci di essere uno. un dato di fatto non è un modo di esistenza “naturale”, ma, molto stranamente, a antropomorfismo. Le cose, le sedie, i gatti, i tappeti e i buchi neri non si comportano mai così questioni di fatto”.
- Il positivismo è politicamente scorretto perché è diminuito questioni preoccupanti troppo rapidamente (processi, stati transitori, movimenti) e questioni di fattoe senza giusto processo”. E, come ANT, “il nostro tocco distintivo è semplicemente quello di attirare l’attenzione sui meccanismi stabilizzatori, per contrastare la prematura trasformazione del questioni preoccupanti In questioni di fatto“.
- Anche se, come ha più volte ripetuto, non ha simpatie per la sociologia interpretativa, si oppone tuttavia a un approccio naturalistico perché “gli oggetti potrebbero sembrare un po’ più complessi, molteplici, complessi ed elaborati degli ‘oggettivisti’ che ci vorrebbero”. credere. “
- Gli oggetti sono costituiti da più strati, proprio come le persone. Quindi “tutta questa opposizione tra ‘prospettiva’ e ‘da nessuna parte’ può essere completamente dimenticata. E anche questa differenza tra ‘interpretativo’ [ermeneutica] e “oggettivista”. Se si possono avere punti diversi su una scultura è perché la scultura stessa è tridimensionale e ci permette di muoverci attorno.” Infatti “nessun edificio è mai visibile in toto, in qualsiasi momento della sua costruzione e utilizzo.”
- “Suo proprio la cosa che può dispiegare la sua molteplicitàche permette di apprenderlo da diverse prospettive prima eventualmente di fonderlo successivamente a seconda delle capacità del gruppo.”
- “Questo è anche il confine tra il postmodernismo e ANT, che considera la molteplicità come proprietà delle cose, e non solo gli esseri umani che interpretano le cose.”
- A questo proposito Latour critica i sociologi che “per ritagliarsi una piccola nicchia, lasciarono cose e oggetti a scienziati e ingegneri all’inizio del XIX secolo”.
BIBLIOGRAFIA
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