Si è parlato molto di un caso il mese scorso durante i Giochi Olimpici di Parigi il pugile algerino Imane Khhelifchi vinse allora la medaglia d’oro: è una donna? Un uomo? Un ibrido? Una chimera?
Contrariamente a opinioni e giudizi pronto da indossareche di tutto ciò che sono esperti inondano giornali, blog e social media, la risposta a queste domande non è così semplice e richiede un’attenta riflessione.
Di una cosa però siamo certi: Khelif non è stato il primo caso e sicuramente non sarà l’ultimo.
Quindi vale la pena approfondire.
Anche perché lla storia delle caratteristiche (o determinanti) della differenza tra uomo e donna è lunga e molto complessa. E interseca i concetti di “natura” e “cultura”, gli sviluppi della “tecnologia”, i cambiamenti della “scienza”. Partiamo allora (se si può dire a sproposito) dalla ‘natura’.
INTERNAZIONALE*
Attualmente, almeno in Italia, il 2% delle nascite sono intersessuali. Sono persone che”naturalmente” non hanno organi genitali molto evidenti, quindi non si sa se siano maschi o femmine. Presentano infatti una commistione di caratteristiche biologiche maschili e femminili, in un rapporto di penetrazione (letteralmente atto di passare attraverso la dualità). Questo fenomeno “naturale” dà il dimorfismo sessuale (dal greco “due forme”), visione duale, polare, duplice che increspa.
Invece di lasciarli crescere e svilupparsi liberamente e, magari, ritardare la LORO decisione se essere uomini, donne o rimanere come sono fino ad un’età di coscienza più elevata (perché la loro biologia non glielo dice), invece, queste persone sono solitamente INSTALLATO. genere chirurgico (neonato o durante l’infanzia) da parte del medico e/o dei genitori (che devono fare i conti con stereotipi e pregiudizi). Pertanto, quando si tratta di neonati* e bambini*, si opera un intervento artificiale sulla loro NATURA: si tratta infatti di persone nate così, indeterminate. Attualmente in Italia circa 900.000 persone nascono intersessuali.
I PIANETI
E non parliamo dell'”errore della natura”, dovuto all’ermafroditismo o al monoicismo (dal greco antico soltanto unico e casa casa) è di natura buona.
Ad esempio, nelle piante, il termine “monoico” viene utilizzato quando si parla di spermatofiti (cioè piante da seme). Angiosperme e gimnosperme possiedono strutture riproduttive (fiori e strobili) che possono contenere la parte fertile maschile e quella femminile, insieme o separatamente. Se entrambe le parti coesistono
i fiori sono detti ermafroditi. I termini monoica e dioica non sono usati per riferirsi alla singola pianta (maschio o femmina) ma piuttosto alla specie intesa come entità (ad esempio l’ontano è una specie monoica). Il larice è una conifera monoica: i coni maschio (giallo) e femmina (rosa) sono portati dallo stesso individuo.
LA FORMAZIONE SESSUALE NEI PIANETI
Recentemente, però, è stata individuata in Australia (il 19 giugno 2019, ricerca pubblicata sulla rivista PhytoKeys) una pianta (pomodoro selvatico) esistente da migliaia di anni, appartenente alla famiglia delle Solanacee (gruppo di angiosperme che comprende specie molto conosciute come patate, pomodori, peperoni, peperoncini e ghiande) che presenta caratteristiche uniche nel suo fenotipo riproduttivo (cioè morfologia), che gli è valso il nome scientifico Solanus plastisexum o “un po’ di liquido”.
In altre parole, questa specie fa qualcosa di più del solito ermafroditismo: può presentare contemporaneamente tutti i possibili fenotipi sessuali su un unico esemplare. La pianta ha quindi una caratteristica pratica unica tra le Solanaceae: uno stesso esemplare può mostrare fiori maschili, fiori femminili, e anche fiori ermafroditi che presentano contemporaneamente i caratteri sessuali di entrambi i sessi (stami e pistilli), in combinazioni diverse e mai visto prima. in questa famiglia di piante.
Una caratteristica del sistema riproduttivo che sfugge a qualsiasi classificazione; il primo vero “fluido sessuale” vegetale mai catalogato e che, secondo i ricercatori, dimostra quanto sia impossibile stabilire una norma nella sessualità vegetale[1].
LA TRANSIZIONE DI SCOPO DA UN SESSO ALL’ALTRO NEL MONDO ANIMALE
Anche il mondo animale non è diverso. In molte specie di animali, infatti, il cambiamento di sesso avviene in modo spontaneo e naturale, soprattutto nei pesci. A differenza dell’ermafroditismo immediato (persone), nei pesci abbiamo l’ermafroditismo sequenziale, cioè il cambiamento nel tempo,
ma “solo ad una certa età” (come cantava Lucio Dalla).
Nei pesci l’ermafroditismo sequenziale si divide in:
- protandrico (dal greco proterosanterior e andròs man), dove i pesci (es. molluschi bivalvi, orate, molte specie di vermi) trascorrono il primo periodo della loro vita sessuale come maschio e lo terminano come femmina;
- quindi i gameti maschili maturano prima di quelli femminili;
- protogino (ex femmina), dove il pesce (es. pesci del genere Anthias, pesci pappagallo, labro napoleone, cernia, ostrica) trascorre il primo periodo della sua vita sessuale come femmina e lo termina come maschio (es. un pesce del genere Anthias)
- quindi i gameti femminili maturano prima di quelli maschili;
- alternati, dove i pesci di una data specie cambiano sesso più di una volta durante il loro ciclo vitale.
Insomma, il mondo è molto più complesso e articolato di quanto stereotipi e pregiudizi vorrebbero farci credere.
E cosa succede negli esseri umani? Lo vedremo nella prossima puntata.
NOTA
[1] Cfr.