Cicli glaciali e attività antropica – Concentrazione dei gas serra nell’atmosfera


Come abbiamo accennato in un post precedentedallo studio sui cicli glaciali emerge una relazione diretta tra la variazione della radiazione solare e la concentrazione naturale di anidride carbonica e metano presenti nell’atmosfera.

La prima valida spiegazione di questo fenomeno si ebbe nel 1981, quando il meteorologo John Kutzbach pubblicò uno studio in cui ipotizzò che, alle latitudini tropicali e in corrispondenza dei millenari movimenti circolari della terra, all’aumento della radiazione solare corrisponde un aumento della l’intensità del fenomeno dei monsoni estivi associato al Nord Africacon un relativo aumento dell’umidità e l’espansione delle aree verdi nelle regioni attualmente desertiche.

Una delle conferme più penetranti di questa teoria è venuta dagli studi effettuati sui carotaggi della calotta antartica prelevati dalla stazione russa Vostock (ha raggiunto una profondità di circa 3.300 metri), dove sono state rinvenute bolle d’aria che risalgono al per circa 400.000 anni rimasero intrappolati all’interno. Indietro. Questi risultati, oltre a confermare la maggiore umidità globale nel periodo coperto dallo studio di Kutzbach, hanno anche rivelato la presenza di più metano nell’atmosfera durante i periodi di più intensa radiazione solare.coincide cioè con la presenza di maggiore vegetazione alle latitudini tropicali.

IL COMPORTAMENTO NATURALE HA FALLITO NEL CORSO DEI MILLENNI

Da quanto emerge dai nuclei glaciali e oceanici, il ciclo di concentrazione atmosferica di CH₄ ha sempre mantenuto un’oscillazione costante nelle ultime decine e centinaia di migliaia di anni, in correlazione con i movimenti millenari del pianeta..

Come si può osservare dalle verifiche effettuate successivamente sullo studio Kutzbach, la variazione della concentrazione di metano nell’atmosfera è dovuta al fatto che in queste vaste aree tropicali vi sono ampie aree verdi che, nei momenti di massima intensità dei monsoni, sott’acqua: la teoria aveva trovato le sue conferme.

In sostanza, il ristagno di queste acque ha provocato fenomeni di decomposizione organica anaerobica su scala macroscopica che coinvolgono microrganismi metanogeni, del tutto simili agli ambienti paludosi.

Questa attività monsonica e i suoi effetti che innescano le emissioni naturali di metano devono essere estesi non solo alla regione del Sahel del Nord Africa studiata da Kutzbach, ma anche a tutte le vaste aree tropicali che attraversano l’Arabia meridionale, l’India, il Sud-est asiatico, fino al sud Cina..

PERCHÉ IL “RECENTE” AUMENTO ABANORMALE DELLE EMISSIONI DI CH₄?

Il ciclo precessionale con i suoi effetti associati studiato da Kutzbach avviene in circa 25.000 anni, con intensità variabile per il contributo degli altri movimenti millenari compiuti dalla Terra.

In questi giorni ci troviamo al minimo storico della radiazione solare estiva, a circa 10.000 anni dal massimo, e la concentrazione atmosferica di metano, anziché diminuire come previsto, è aumentata.

Come si evince dalle varie attività di studio sopra elencate, l’arresto di questa diminuzione e il trend di aumento irregolare è iniziato 5000 anni fa, cioè molto prima della rivoluzione industriale, alla quale fino ad allora veniva attribuita l’unica variazione irregolare, e il suo inizio è variabile. tra 250 e 200 anni fa.

L’aumento della produttività umana prima di quest’ultimo periodo era ancora inspiegato e quindi attribuito a fattori “naturali” e “non industriali”, a vantaggio anche di chi nega che siano in atto cambiamenti climatici irregolari e di chi ne ha così ricostruito i casi. a questi fenomeni naturali mal definiti.

Se la spiegazione definitiva di questi cambiamenti risiedesse solo nella “Natura”, allora il clima della Terra avrebbe subito un raffreddamento globale.. Tuttavia, non è stato così.

Non solo è aumentata la temperatura media, ma non è stato possibile spiegare nemmeno le emissioni di gas serra prodotte negli ultimi 250-200 anni, poiché rappresentavano solo la metà del totale attuale nell’atmosfera registrato all’epoca dei suoi studi.

La metà mancante andava ricercata altrove e, escluse sicuramente le cause naturali, il dubbio restava nel contesto antropico.

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La risposta a questo comportamento erratico preindustriale arrivò quando William Ruddiman ebbe un’intuizione, che verrà descritta in un prossimo post.

  • Laurea Magistrale in Scienze Filosofiche, è un artista multidisciplinare, musicista e sound designer. La sua indagine sulla tecnica e sulla tecnologia prende le mosse dalla filosofia di Platone e dalle filosofie presocratiche, utilizzando prospettive sociali e antropologiche. Tra Milano, la Sardegna e le Dolomiti svolge la sua ricerca, mettendola in pratica creando le proprie opere artistiche.

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