-Nomali sfide scientifiche – Dalla teoria alle pratiche di ricerca


Cosa significa e condivide la ricerca scientifica, quando si affrontano situazioni in cui i problemi sono complessi, che richiedono decisioni relative alla vita di molte persone, ma il livello di incertezza scientifica è molto elevato per loro? Questa è la domanda che agisce spesso nei contesti di emergenza ambientale o di salute e in condizioni che incorporano le caratteristiche della scienza post-normale (PNS): fatti incerti, valori di conflitto, polaggi elevati e necessità di decisioni urgenti.

Ricerca e comunicazione della scienza in contesti post-normali

Some answers to this question can be found in a joint volume (Astorina, A. & Mangia, C. (EDS). (2022). Science, politics and society: the post-normal approach in theory and customs. Scientists in trouble? (Ref. 1): pp.296 The PNS refers to the inside, more and inside methods and inside epistemulation Epistemulation, inside epistemulation, and inside epistemological, and inside epistemological and other, e all’interno epistemologico, epistemologico e altro, e meno su una lattina.

In questo blog vogliamo condividere alcune riflessioni accumulate nella costruzione di questo volume, racconta le sfide e le opportunità per coloro che vogliono passare dal contesto teorico delineato dal PNS alle esperienze pratiche, consapevoli che non esiste una ricetta unica per ogni caso. Il cambiamento dalla teoria alla pratica richiede un’indagine critica sul contesto, gli obiettivi, le restrizioni e i post in ogni momento.

Partecipazione e co-creata in territori post-normali in Italia

In Italia, molte crisi ambientali e sanitarie possono essere definite come “post-normali” e il contenuto dei territori identificati profondamente da attività industriali ad alto impatto, che hanno trasformato la sua storia e messo in pericolo il futuro. Qui, una comunità di cittadini, società, movimenti si ribellano agli insulti che soffrivano i loro territori e cercano di immaginare un destino diverso, lavorando con ricercatori e amministrazioni locali per costruire nuovi campionati e offrire una diversa narrazione dei fatti. Sono nate esperienze ibride, in cui ogni attore ridefinisce i suoi ruoli in dialetto che non è mai facile ma certamente più democratico, come descritto in alcuni degli esempi prelevati dalla collezione e li presentiamo di seguito.

L’epidemiologia ha preso parte a Manfredonia

Un esempio emblematico di ricerca partecipativa è quello riportato da Cristina Mangia, Annibale Bigrandi e Bruna de Marchi a Manfredonia, Puglia. La città ha vissuto da tempo le conseguenze della presenza di un grande sistema petrolchimico, con incidenti industriali e diffidenza diffusa nelle organizzazioni. Qui, un progetto di epidemiologia partecipativa ha coinvolto attivamente la comunità locale in tutte le fasi dell’indagine: dalle domande di ricerca alla raccolta e all’analisi dei dati, all’interpretazione degli scenari. Questo approccio ha ricostruito la fiducia, ripristinato ai cittadini e migliorato la qualità scientifica della ricerca, arricchendolo con la conoscenza territoriale.

La scienza dei cittadini nel paese degli incendi e lungo il Tevere

Un altro esempio importante è Laura Greco e Maura PACA (Southern Association, Center for Environmental Conflict (CDCA)), che racconta le esperienze di Scienza dei cittadini Nella terra degli incendi, Colleferro e lungo il Tiber e Anienne, dove le associazioni di cittadini liberi usano attrezzature scientifiche per ottenere giustizia ambientale e contrastare l’aria, il suolo e l’avvelenamento da acqua. Là Scienza dei cittadini È un termine usato per identificare l’attività collaborativa nella ricerca sui cittadini che non ha necessariamente una formazione scientifica, ma nelle sue varie variazioni pratiche la scala della partecipazione può e il ruolo assegnato a “non -non -one” può essere diverso quanto i suoi risultati. Determinare insieme l’applicazione di ricerca, come nel caso di entrambi gli autori, rafforza il rapporto tra cittadini e scienziati, limitando al contempo il ruolo della raccolta dei dati riduce l’impatto politico delle azioni da sole. Quando le comunità si riferiscono a ogni fase del processo, diventano consapevoli della produzione di informazioni e comunicazioni scientifiche. Questo approccio migliora le loro capacità e familiarità con l’incertezza, contribuendo alla lettura di una realtà più accessibile e completa.

I programmi territoriali hanno preso parte alla Sicilia

Giuseppina Carrà, Gabriella Vindigni, Clara Monaco, Giulia Maestro e Iuri Peri raccontano l’esperienza della programmazione partecipativa lungo la costa ionista della Sicilia, nel settore della pesca. Qui è stato avviato un processo che, con l’aiuto di figure specialistiche nella facilitazione, ha integrato strumenti di analisi multi -collezione con tecniche di mappatura premurosa. I piccoli pescatori e altri vettori hanno assunto un ruolo attivo nella definizione di problemi, valutando i modelli scientifici e la scelta delle soluzioni. Questo approccio ha favorito l’apprendimento congiunto e la legalità delle decisioni, consentendo lo sviluppo di strategie condivise per diversificare le attività economiche della zona.

Gestione partecipativa su rischi e catastrofi

Bruna de Marchi e Scira Menoni approfondiscono due casi di studio sulla gestione partecipativa di rischi e catastrofi. Sottolineano l’importanza di integrare le conoscenze scientifiche e le informazioni pratiche e la comunicazione non solo il rischio, ma anche i metodi di gestione e risposta, compresi tutti gli attori sociali, delle organizzazioni di cittadini. Entrambe le esperienze mostrano che le informazioni non sono solo trasmesse, ma sono costruite in un modo che ha partecipato attraverso un processo sociale. Gli autori incoraggiano il dialogo tra diverse discipline e l’integrazione delle capacità professionali e non professionali, mantenendo sempre il rigore analitico.

The PNS: una nuova postura dalla ricerca

Dalle esperienze descritte, emerge un messaggio chiaro: il PNS deve essere ridefinito ruoli e pratiche di ricerca. Il ricercatore non è più l’esperto che detiene la verità, ma un facilitatore del processo partecipativo, un intermediario tra diverse informazioni. La comunità locale non è più un semplice “oggetto” di studio, ma un soggetto attivo nel coproduzione di informazioni e soluzioni. La partecipazione non è solo un valore etico o democratico, ma una strategia per migliorare la qualità e la rilevanza della ricerca scientifica.

Conclusione

Le pratiche di ricerca e comunicazione ispirate ai PNs mostrano come è possibile costruire alleanze inediti tra scienza, politica e società, anche nei contesti congiunti più difficili. Da Manfredonia alla Sicilia, dai fiumi Tiber e Anienne, dai musei alle università, sono stati testati nuovi modi per produrre informazioni, processo decisionale, inclusivi e ben informati. Non ci sono soluzioni semplici o modelli pre -definiti, ma percorsi che richiedono capacità di ascolto, sincerità al dialogo e il coraggio di mettere in discussione i loro ruoli e la certezza. Il PNS non promette soluzioni facili, ma offre alcuni strumenti per affrontare la complessità del nostro tempo.

  • La formazione di Alba Astorina in Sociologia del processo culturale, lavora nel National Research Council – Il Milan Environment Electromagnetic Foundation Institute, dove si occupa di modelli teorici e pratiche interdisciplinari di produzione pubblica e condivisione della scienza. Di recente, ha approfondito il ruolo che la comunità scientifica svolge nel rapporto scientifico-sociale attraverso le sue pratiche di ricerca, le narrazioni e il numero di tipi di collaborazione che è sempre più coinvolta, dalla scienza dei cittadini alla ricerca e all’innovazione responsabile (RRI) a un approccio scientifico post-normale. Insieme a Cristina Mangia e Alessandra Pugnetti, ha fondato la serie editoriale dello scienziato della CNR nei guai con il gruppo di lavoro inter -Deptico Natura, Ricerca e Azienda. Ama ascoltare storie e condivide coloro che pensa di poter ispirare anche gli altri. Cristina Eats si è laureata in fisica, è ricercatore del National Research Council: l’atmosfera e l’organizzazione climatica di Lecce. Si occupa dell’inquinamento atmosferico e dei suoi effetti sulla salute, combinando ricerche e studi di base applicati in casi territoriali. Attraversando conflitti e disuguaglianze tipiche dei testi di contaminazione ambientale, l’attività di ricerca nel tempo si è integrata con il più ampio interesse per la relazione tra scienze e società, con particolare attenzione alla comunicazione, alla giustizia ambientale e alle dinamiche di genere. Insieme a Marco Cervino, si occupa di Coscienziat@ nella rivista, è responsabile della serie o della CNR Scientia nei guai insieme ad Alba l’Astorina e Alessandra Pugnetti. Con loro, dal 2023, co -ordina il gruppo di lavoro inter -departimentale Natura, ricerca e società. Quando cerca nuove lingue da dire alle crisi ambientali, presto collabora con Sabrina in teatro e presto il progetto editoriale degli scienziati visionari con Sabrina.

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  • Alba l'Astorina

    Formazione in sociologia del processo culturale, lavoro presso il National Research Council – Milan Environment Electromagnetic Foundation Institute, dove si occupa di modelli teorici e pratiche interdisciplinari di produzione e condivisione pubblica. Di recente, ha approfondito il ruolo che la comunità scientifica svolge nel rapporto scientifico-sociale attraverso le sue pratiche di ricerca, le narrazioni e il numero di tipi di collaborazione che è sempre più coinvolta, dalla scienza dei cittadini alla ricerca e all’innovazione responsabile (RRI) a un approccio scientifico post-normale. Insieme a Cristina Mangia e Alessandra Pugnetti, ha fondato la serie editoriale dello scienziato della CNR nei guai con il gruppo di lavoro inter -Deptico Natura, Ricerca e Azienda. Ama ascoltare storie e condivide coloro che pensa di poter ispirare anche gli altri.

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  • Cristina Mangia

    Dopo essersi laureata in fisica, è ricercatore presso il National Research Council: l’atmosfera e l’organizzazione climatica di Lecce. Si occupa dell’inquinamento atmosferico e dei suoi effetti sulla salute, combinando ricerche e studi di base applicati in casi territoriali. Attraversando conflitti e disuguaglianze tipiche dei testi di contaminazione ambientale, l’attività di ricerca nel tempo si è integrata con il più ampio interesse per la relazione tra scienze e società, con particolare attenzione alla comunicazione, alla giustizia ambientale e alle dinamiche di genere. Insieme a Marco Cervino, si occupa di Coscienziat@ nella rivista, è responsabile della serie o della CNR Scientia nei guai insieme ad Alba l’Astorina e Alessandra Pugnetti. Con loro, dal 2023, co -ordina il gruppo di lavoro inter -departimentale Natura, ricerca e società. Quando cerca nuove lingue da dire alle crisi ambientali, presto collabora con Sabrina in teatro e il progetto editoriale di visionari scienziati con Sabrina.

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