Algoritmi Covid: un caso di tecnocrazia? Terza parte


Dalle prime due parti (qui la prima parte e qui la seconda parte) dell’analisi degli algoritmi per valutare l’andamento della pandemia, nell’aprile 2020, è emerso che si tratta solo di un caso. Questi algoritmi sono solo un’apparenza della tecnologia .

Infatti, abbiamo visto che:

  • il tentativo di completare gli algoritmi ha creato un eccesso di complessità che ha reso questi strumenti quasi inutili ai fini della determinazione dello Stage 2
  • la decisione di passare alla Fase 2 è stata in gran parte politica, anche se basata su un insieme ristretto di dati scientifici, limitati all’andamento dei contagi, dei decessi e della saturazione delle terapie intensive.

Ora, ciò non toglie che il rapporto tra scienziati e governo avesse già un carattere tecnocratico nella prima fase della pandemia.[1]tra febbraio e maggio 2020.

Per comprendere la vera portata ed estensione di questo carattere tecnocratico, faremo alcune brevi considerazioni su:

  • il SOG e la rilevanza del valore del saluto nella gestione delle crisi
  • il ruolo svolto dal CTS nei processi decisionali del governo

Vedremo che il governo ha preso le sue decisioni principalmente in chiave politica ma, invece, ha lasciato ampio spazio a scienziati e tecnici su come attuarle.

COS’ERA IL COMITATO MEDICO SCIENTIFICO E COME FUNZIONA

La presenza del CTS nel processo decisionale del Governo ha sicuramente amplificato il ruolo dei valori saluto sei tu sopravvivere come condizioni di possibilità per il bene di tutti e, pertanto, condizionarono l’azione del governo nella direzione di”la salute prima di tutto“.

Infatti:

  • il ruolo del CTS era quello di fornire consulenza al Capo del Dipartimento della Protezione Civile – e successivamente direttamente al Governo – su come affrontare la diffusione del contagio;
  • i membri del CTS erano “rappresentanti esperti e competenti di Enti e Amministrazioni dello Stato”, infatti su 12 membri 8 erano medici: tre presidenti del Consiglio di Migliore Sanità, dell’Istituto di Sanità Superiore e dell’AIFA, e un professore di patologia clinico e di comunità, specialista in medicina delle catastrofi, specialista in malattie infettive ed epidemiologo.
  • È sempre stato il CTS – ogni giorno, molto presto al mattino – ad avviare il processo decisionale. Il CTS ha effettuato il processo di sintesi e screening delle informazioni raccolte sul fronte dell’infezione e si è preparato, sulla base dei dati, a fornire consulenza al Capo della Protezione Civile e ai rappresentanti del Governo, principalmente il Ministro della Salute;
  • il CTS ha spesso agito alla fine del processo, assumendo il ruolo di supporto e legittimazione delle decisioni prese: i membri del SOG hanno partecipato e sono intervenuti in conferenze stampa e talk show, fornendo elementi di spiegazione e supporto a restrizioni o programmi di intervento del Governo. misure illimitate.

Ora, secondo la disciplina, attraverso l’etica procedurale, la salute è il faro del medico, soprattutto in termini di assenza di malattia, di normale funzionamento dell’organismo, «Compito del medico è tutelare la vita, la salute fisica e mentale dell’Uomo e il sollievo dalla sofferenza» (Codice di Deontologia Medica, all’articolo 3 – Doveri del Medico).

È del tutto chiaro che il Cts – riunione dei medici – ha puntato sui pilastri etici, curando chi si è ammalato, garantendo il funzionamento delle strutture di cura e, in caso di contagio, prevenendo e controllando la diffusione della malattia.

Altrettanto evidente è il fatto che il Governo, con la consulenza e il sostegno del CTS, si è dato dei valori saluto e oh sopravvivenza biologica al vertice della loro scala assiologica nell’affrontare la crisi.

È interessante, inoltre, vedere che paesi iperliberali come Inghilterra e Brasile, dove non esisteva nulla come il nostro CTS, si siano orientati con maggiore chiarezza piuttosto sul mantenimento economico dei valori delle imprese, del Paese in generale e come un risultato di cittadini, tenendo conto di “un numero evitabile di contagiati e di decessi” (Habermas J., Protezione della vitatrans. È D’Aniello F., Casa editrice Il Mulino, 2022, p. 51); È famosa la frase infelice di Boris Johnson: «molte più famiglie perderanno i propri cari prima del tempo».

Si ripropone quindi la domanda: il governo ha davvero preso delle decisioni, ha fatto delle scelte morali?[2]oppure li ha realizzati il ​​CTS?

Prima di provare a dare una risposta, è bene ricordare che la partita decisionale più grande si è giocata nel campo dell’economia, cioè degli aiuti e del sostegno economico.

In questo ambito il governo ha preso posizioni, ha fatto vere e proprie scelte morali, basate su criteri e assiologie chiari; assiologia che determinava la destinazione e i tempi degli aiuti economici, per chi prima e per chi dopo, ad alcuni di più e ad altri di meno. La scala di priorità si è inizialmente concentrata sui dipendenti delle aziende medio-grandi, quelli che potevano accedere alla cassa integrazione, per così dire, e poi è stata modificata per rispettare le richieste di giustizia sociale avanzate dall’opposizione: attenzione alla primi momenti dimenticati. – compresi i liberi professionisti, i lavoratori autonomi e le microimprese.

Fatta questa premessa, proviamo a mettere a fuoco quello che è stato il rapporto tra CTS e Governo nei primi mesi; l’analisi[3] di documenti video, atti e decreti attestanti che:

  1. non c’è dubbio che il Governo abbia fatto delle scelte morali in tema di tutela della salute e della sopravvivenza. Il Governo ha delineato una scala di valori e ha contestualizzato questi valori nei dettagli della situazione che stava affrontando.
  2. Non c’è dubbio inoltre che nel costruire questa priorità di valori che pongono al primo posto la salute e la sopravvivenza, il governo si sia lasciato influenzare dal Cts – soprattutto dalla componente medica. Tuttavia, è emerso anche che la storia personale dei capi di governo, la tradizione del partito, le esperienze maturate, hanno avuto un ruolo decisivo
  3. Tuttavia, sembra che il Governo sia stato molto più influenzato dal CTS su COME tutelare la salute e la vita. In questo, il vera scelta il governo si è affidato a tecnici, medici ed epidemiologi. Conte lo dice in un passaggio chiarissimo del 25 febbraio.[4]
  4. È chiaro che la scelta di affidarsi a scienziati e tecnici è stata fatta sulla base del criterio delle competenze medico-tecniche del Cts.

Presto come gestire la crisi, Venire per tutelare la salute, il governo ha scelto consapevolmente di affidarsi a chi riteneva competente e questo delinea chiaramente una forma di tecnologia indiretta. Il processo analisi – sintesi – decisione – legalizzazione dove il CTS domina in tre parti su quattro ne è una conferma.

Ma, ricordiamolo, all’inizio nessuno sapeva cosa stava succedendo, né capiva cosa potesse succedere e, in quel momento di crisi, il fattore tempo sembrava decisivo.[5].

Proprio come – più tardi – ha fatto affidando la logistica della consegna di un vaccino a un soldato. In Italia solo l’esercito ha capacità logistico-operative e ha predisposto piani di questo tipo. Nessun altro. Un tecnico degli acquisti come Arcuri (bravo a reperire materiali con contratti d’emergenza a prova di proiettile) non avrebbe potuto farlo.

Il fatto che poi il CTS segua linee fortemente collettive e tradizionali come andare in ospedale a qualunque costo, rifiutando le cure domiciliari, linee che trovano un sorprendente parallelo nel Diario della peste di Defoe – parliamo del 1665 – è un altro. cosa, sulla quale non posso pensare di poter esprimere giudizi. Conservo i miei dubbi.

Quindi, per concludere, ci trovavamo di fronte solo ad una sorta di tecnocrazia parziale, dove il governo conservava per sé la prerogativa delle decisioni politiche sul territorio. cosa fare gestire la crisi sanitaria ed economica, in termini di priorità, quantità, destinazioni, inclusioni ed esclusioni, ma ha ceduto la sovranità alla scienza e alla tecnologia sul piano Venire perseguire questi obiettivi.

NOTA

[1] Non sto considerando quanto accaduto nei mesi successivi, con le due seconde ondate, ovvero riaperture e contagi nell’autunno 2020, il secondo lockdown, i vaccini, il biglietto verde e le varie misure interreligiose.

[2] Scelta morale: decisione su come indirizzare il proprio comportamento pratico sulla base di una scala di priorità tra principi o valori morali.

[3] Le fonti sono i discorsi pubblici del Presidente del Consiglio e dei vari Ministri – facilmente reperibili su YouTube o sul sito della Presidenza del Consiglio, i testi dei Decreti del Presidente del Consiglio, dei Decreti del Ministro, le circolari della Protezione civile, ecc. Chi Se desideri un’ampia bibliografia e un sito web puoi richiederlo alla redazione di Controversie.

[4] Le parole di G. Conte: «Non ho competenza scientifica in questo campo, non ho competenza, e sarebbe presuntuoso […] eccedere e sovrapporsi […] quali sono le valutazioni tecnico-scientifiche […] hanno espresso quali sono tutti i comportamenti e sono raccomandazioni e indicazioni rivolte al personale sanitario e con chiarezza a tutti i cittadini” (Conferenza Stampa del Presidente Conte della Protezione Civile, YouTube – Palazzo Chigi, Canale Ufficiale del Governo Italiano, 25 febbraio 2020 (

[5] Il problema di affrontare una situazione in cui “i fatti sono incerti, la posta in gioco è alta, i valori sono in conflitto e le decisioni sono urgenti” è affrontato dalle raccomandazioni della Post Normal Science; ci riferiamo a Saltelli, A., 2024, LA SCIENZA POST-NORMALE, XI Supplemento dell’Enciclopedia Italiana delle Scienze, Lettere e ArtiIstituto dell’Enciclopedia d’Italia, Roma –

  • Laureato in Scienze Filosofiche presso l’Università degli Studi di Milano e manager. Scrive appunti sul rapporto tra scienza, tecnologia e morale anche quando pedala come un pazzo la domenica mattina. A volte dice che funziona.

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Techno Quantico

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